Scopo di questo lavoro di ricerca è stato quello di riflettere sugli aspetti morfologici e sugli sviluppi diacronici della lingua latina, attraverso l’inquadramento storico e linguistico del più antico documento epigrafico redatto in latino arcaico: l’iscrizione bustrofedica rinvenuta sulle pareti del Cippo ubicato sotto il Lapis Niger, una platea quadrangolare, lastricata in marmo nero, situata nel Foro romano. L’Autore si è avvalso dei più importanti contributi bibliografici relativi all’iscrizione. Diversi sono stati i criteri adottati dagli studiosi per inquadrarla cronologicamente: caratteri paleografici, confronti linguistici, direzione della scrittura, menzione del “rex”. Le evidenti lacune del testo rendono l’iscrizione del Cippo un vero e proprio enigma, degno di una glottologia quasi “divinatoria”e le letture degli studiosi sono state molteplici e non del tutto risolutive. Tuttavia, sia che si tratti di una lex regia (così Pisani) o di una lex fani (così Ribezzo) o di una lex sepulcri (così Goidanich) o di una più probabile lex arae (così Coarelli), questa iscrizione risulta essere di fondamentale e imprescindibile importanza per lo studio dell’evoluzione della lingua latina. Il suo valore documentario è davvero inestimabile.
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Il Cippo del Foro romano
Inquadramento storico e linguistico del più antico documento epigrafico di Roma redatto in latino arcaico.
€10,00
16 disponibili
Peso | 0,150 kg |
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Dimensioni | 21 × 14 × 0,60 cm |
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Storia Antica | |
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